Lo scorso weekend Roncadelle è stata la capitale italiana del judo

Per un weekend, la capitale italiana del judo Csi è stata Roncadelle. Al palazzetto dello sport del comune bresciano, da venerdì 18 a domenica 20 si è disputato il 18° campionato nazionale di judo. Il fine settimana ha eletto un campione italiano per ogni classe di peso, indipendentemente dal colore della cintura.
35 società finaliste, provenienti da 3 regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Umbria) ed 11 comitati Csi. Tra i 336 atleti in gara, ben 89 arrivavano da Bergamo, la città più rappresentata davanti a Brescia (60 judoka di cui 21 ragazze, un record), Varese (52) e Mantova (40). Un altro dato rilevante riguardava l’età dei finalisti, la metà dei quali non aveva ancora compiuto gli undici anni e partecipava quindi al GiocaJudo, variante tecnica riservata a preagonisti nella quale non sono ammesse leve, strangolamenti o altre tecniche pericolose.
Dando un’occhiata ai risultati, partendo dal fatto che il 90% dei presenti sul tatami erano lombardi, non stupisce che 72 degli 82 titoli tricolori siano rimasti in regione. Di bresciani usciti dal palasport con una medaglia d’oro al collo ce ne sono stati parecchi, a partire dalla preagonistica con Diego Floris (categoria Fanciulli 24 kg, Cscr Roncadelle), Gioele Taboni (Fanciulli 32 kg, Ryu Vallecamonica), Bianca Bignotti (Fanciulli 36 kg, Akiyama Mazzano), Sebastian Iotu (Ragazzi 32 kg, Ryu Vallecamonica), Alexandre Domou Diembou (Ragazzi 45 kg, Cscr Roncadelle), Michele Erba (Ragazzi 60 kg, Cscr Roncadelle), Marco Caragiulo (Ragazzi 36 kg, Cscr Roncadelle), Bianca Tea Ongaro (Ragazzi 28 kg, Cscr Roncadelle) e Naomi Maria Crispo (Ragazzi over 52 kg, Bu Sen Eisho Montichiari). Tra gli agonisti la gioia del successo nazionale è stata realtà per Marco Stofler (Esordienti A 45 kg, Ryu Vallecamonica), Riccardo Cammi (Esordienti A 50 kg, Us Calcinato), Serri Jazoj (Esordienti A over 73 kg, Cscr Roncadelle), Gaia Amri (Esordienti A 48 kg, Cscr Roncadelle), Gabriele Regalati (Esordienti B 66 kg, Us Calcinato), Giorgio Bella (Esordienti B over 81 kg, Ryu Vallecamonica), Marianne Alexandra Apetei (Esordienti B 63 kg, Us Calcinato) e Marco Canobbio (Cadetti 55 kg, Bu Sen Eisho Montichiari).
I mantovani del Fuji-Yama, con 176 punti messi in cascina, hanno dominato la classifica generale per società, che ha visto salire sul podio anche le bergamasche del Club Ronin di Dalmine (114) e del Ji-Ta-Kyo-Ei di Ciserano (104). Buonissima la settima piazza dei padroni di casa del Cscr Roncadelle (92); l’Us Calcinato ha chiuso 9° (84), il Bu Sen Eisho Montichiari 11° (63), il Ryu Vallecamonica 13° (58), il Castelmella 19° (40), l’Akiyama Mazzano 22° (36).
Pierluigi Marchina, Assessore allo Sport roncadellese, ha commentato a fine manifestazione: «Per la nostra comunità è una soddisfazione immensa ed un punto di partenza, grazie a quello che sta facendo il judo Roncadelle che da anni lavora molto bene sul territorio grazie alla presenza di Mario Malacchini, anima dello sport del Cscr, e agli insegnamenti che sta dando a tutti i collaboratori. L’obiettivo del Comune è quello di mantenere l’alto standard dello sport a Roncadelle». Il presidente del club di casa, Mario Malacchini, ha aggiunto: «Il mio compito è quello di trasmettere i valori dello sport e dell’amicizia. È dal 1986 che sono nel Csi e il rapporto è ottimo. Il judo quando ti entra dentro non ti lascia più, nemmeno a 78 anni».
I Nazionali di judo disputati a Roncadelle sono stati l’occasione per guardare anche al momento storico del Centro Sportivo Italiano, analizzato da Carmine Di Pinto, coordinatore nazionale dell’attività sportiva. «La notizia più bella è che lo sport è ripartito per davvero. Nel 2022 abbiamo organizzato 33 finali nazionali relative a varie discipline e superato quota 1,3 milioni di tesserati. Il judo, come tutti gli sport indoor, ha dovuto battagliare non poco con gli effetti della pandemia, ma i 336 judoka in gara a Roncadelle rappresentano un segnale forte di rinascita. Abbiamo scelto questa sede ospitante per la qualità della location e perché la zona è strategica dato che le regioni del Nord fanno da traino. Ne è scaturito un evento di qualità, merito del gran lavoro svolto dalla commissione tecnica e dai giudici». Il motore del Csi è tornato a pieno regime: «Le discipline tradizionali sono ai livelli pre-Covid, ma dobbiamo registrare anche attività nuove in grande crescita come padel e corsa in montagna. Il Csi tiene sempre monitorati i trand del momento e possibili innovazioni». Il tutto con lo spirito di sempre: «La nostra è un’azione promozionale mirata all’allargamento della base sportiva. Per noi è importante che lo sport diventi stile di vita, contesto educativo e ambito di coesione sociale nelle grandi città come in periferia».

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