Da nuotatrice a giudice, la storia di Annalisa Consoli

Domenica scorsa è ripartito il campionato territoriale di nuoto con la tappa (la terza stagionale) disputata alle piscine Lamarmora. Rivivere l’emozione e, perché no, la fatica di un’intera giornata in vasca ha riattivato i battiti dell’intero movimento. Non solo dal suo lato più in vista, quello degli atleti. Ma anche sul versante dei giudici.
La classe arbitrale ha un ruolo fondamentale anche tra le corsie degli impianti natatori e dietro a chi sceglie di immergersi in questa attività si nascondono spesso storie interessanti ed esemplari. È il caso della famiglia Consoli. Papà Cesare accompagnava in piscina le figlie Annalisa e Serena. Ad un certo punto, al posto che continuare a fare avanti e indietro dalla porta di ingresso, decise di fermarsi ed approfondire la materia, diventando giudice Csi. Oggi il trio si ritrova spesso nel medesimo contesto: Cesare giudica, Serena continua a competere in acqua, mentre Annalisa… fa entrambe le cose.
«Mi avvicinai al nuoto a 4 anni – racconta Annalisa, studente di farmacia a Milano –, è stato il mio sport fino ai 17, poi sinceramente sono arrivata alla saturazione. Ero stanca di allenarmi tutti i giorni, il sabato uscivo da scuola ed entravo in piscina senza nemmeno riuscire a pranzare. Mi sono riavvicinata alla vasca grazie all’arbitraggio, diventando giudice sia per il Csi che per la Fin. Nel 2020 tornai a fare nuoto libero e mi iscrissi alla prima prova dell’anno ciessino (perché il Centro permette il doppio ruolo, al contrario della Federazione, molto più rigida), spinta dal responsabile bresciano Mauro Sanzogni; quell’occasione finì per essere l’unica, perché di lì a poco scoppiò la pandemia»
Il nuoto è comunque rimasto un “affare di famiglia”: «Ogni giudice ricopre un ruolo differente, nel nuoto. A volte capita che io sia lo starter di gara, mio padre colui che mi dà via libera e mia sorella sia in acqua a gareggiare. In realtà anche mio papà nuota ancora. Non sempre, ma quando riesce partecipa alle prove Over».
Quella dei Consoli è una famiglia nella famiglia: «Il nostro gruppo arbitrale è unito, ci troviamo anche al di fuori delle vasche. E siamo sempre molto accoglienti nei confronti di chi si aggiunge. Se qualcuno vuole diventare giudice è sempre il benvenuto. A settembre-ottobre solitamente ci troviamo per una riunione generale e la presentazione della nuova annata. A inizio stagione si tiene un corso di aggiornamento per noi che vale anche come corso abilitante base per chi volesse diventare giudice di nuoto Csi. Le porte sono aperte a tutti, anche a chi non ha niente a che fare col mondo del nuoto; per certi ruoli non serve un’impostazione, per altri ce la si può fare sul campo».
Il prossimo appuntamento del settore giudici sarà il corso di aggiornamento regionale di marzo: «A livello di numeri non possiamo lamentarci, la nostra provincia ha sempre assegnato solo un ruolo ad ogni giudice, non capita ovunque, altrove c’è spesso sovrapposizione. Siamo felici di aver ripreso con l’attività territoriale, speriamo di proseguire senza intoppi e di riuscire a svolgere i Nazionali, che mancano da due anni».

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