Idoneità sportiva, accorciati i tempi del return to play

La procedure di “Return to play” sono state semplificate dalla Federazione medico sportiva italiana, che ha risposto all’appello dei vertici del calcio snellendo il protocollo per il riconoscimento dell’idoneità sportiva agli atleti che hanno contratto il Covid-19 in forma lieve o asintomatica.

 

Il documento firmato dal presidente Maurizio Casasco accorcia i tempi di attesa per sottoporsi alla visita di idoneità da 30 a 7 giorni per gli Under 40, che dovranno sottoporsi a meno esami rispetto a quelli previsti dal protocollo precedente.

 

Dilettanti e amatori tirano un sospiro di sollievo, perché chi non sarà costretto a cure antibiotiche o al ricovero dovrà attendere solo una settimana dopo il tampone negativo per poi recarsi in un centro di medicina dello sport, dove basteranno un elettrocardiogramma base e un test sotto sforzo, a patto che sia stato già completato il ciclo di vaccinazione primario. Tempi di attesa più lunghi (due settimane) per gli Over 40 e per chi non ha ricevuto le prime due dosi.

 

Gli esami saranno più approfonditi per i professionisti, che dovranno sottoporsi anche ad Eco Doppler ma potranno fare la visita subito dopo essersi negativizzati. Un’opportunità garantita a tutti gli sportivi che partecipano a campionati di valenza nazionale.

 

L’iter resterà complesso per chi ha contratto la malattia in forma moderata o critica: 30 giorni di attesa e aggiunta di esami come Eco Doppler, sangue, spirometria, holter e visita specialistica.

 

La Fmsi non ha perso l’occasione per ricordare l’importanza del vaccino: “I primi dati sull’efficacia dei vaccini nei confronti della variante Omicron suggeriscono che la stessa sarebbe in grado di ridurre l’efficacia dei vaccini nei confronti dell’infezione, della trasmissione e della malattia sintomatica, soprattutto in chi ha completato il ciclo di due dosi da più di 120 giorni. La terza dose riporterebbe, tuttavia, l’efficacia dei vaccini a livelli comparabili a quelli contro la variante Delta, conferendo una buona protezione nei confronti della malattia grave. Per tali ragioni è opportuno promuovere la somministrazione della terza dose di richiamo”.

 

Lo snellimento delle procedure per le versioni asintomatiche o lievi, soprattutto negli Under 40, è dettato dal fatto che “vi sono forti evidenze che dimostrano come le complicanze cardiache (in particolare, la mio-pericardite) siano rare nei giovani atleti e si risolvano in genere favorevolmente in tempi relativamente brevi. L’esperienza clinica attuale rileva un numero assai minore che in precedenza di quadri da infezione SARSCoV-2 da moderati a severi e critici, in particolare nei giovani e giovanissimi atleti. Molteplici studi epidemiologici, inoltre, hanno evidenziato come la grande maggioranza degli atleti giovani e giovanissimi, specie quelli risultati positivi all’infezione nell’ambito di uno screening scolastico o sportivo, sviluppi un quadro clinico paucisintomatico o del tutto asintomatico”.

 

In allegato il protocollo integrale.

 

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