Rudiano: 'Lo sport in oratorio può fare grandi cose per i giovani'

Una realtà fondata nel 1989 da don Farina, il primo a scommettere sul valore dello sport in oratorio. A distanza di 31 anni Gso Rudiano è punto di riferimento per un centinaio di giovani, che nelle strutture parrocchiali e comunali praticano  calcio a 7, calcio a 5 e basket.

 

A guidare la società bassaiola è Dimitri Locatelli, che inquadra così il suo ruolo di presidente: "Mi riguardano mansioni a 360 gradi: dalle decisioni strategiche alla programmazione della stagione, senza dimenticare grosse assunzioni di responsabilità, ma anche la necessità di impugnare scopa, badile o lavapavimenti. In realtà come la nostra funziona così".

 

Gesti e attitudini che prescindono dai ruoli ricoperti: "Sì, perché bisogna basare al sodo. La benzina che spinge me e tutti i volontari è la passione, il nostro obiettivo  è il fine educativo dello sport in oratorio. Ai miei tempi la missione era tenere i giovani lontano dalla strada e dai pericoli della droga. Oggi le cose sono un po' cambiate, bisogna essere bravi a tirare i ragazzi fuori dalle loro case, allontanarli da smartphone, videogiochi e computer. Ci sono nuove tipologie di dipendenze che minacciano la loro salute, serenità e crescita".

 

Anche il binomio parrocchia-oratorio è sempre più complicato: "Difficile pensare di coinvolgere i ragazzi in un percorso comune al giorno d'oggi. L'oratorio è visto semplicemente come un punto di appoggio, un luogo di ritrovo. L'aspetto che ci fa riflettere è che spesso ragazzi e giovani scappano perché le attività che proponiamo qui sono impegnative, richiedono dedizione, costanza, passione, condivisione. Là fuori hanno tante alternative facili, blande, che non portano a nulla se non a intrattenimenti superficiali, usa e getta. Noi dobbiamo cercare di tenerci aggiornati e proporre iniziative coinvolgenti, che poggino sempre su socializzazione e relazione. Purtroppo questa pandemia ci ha messo i bastoni fra le ruote".

 

Il presente ora è fatto di programmazione: "Un mondo senza sport è spento, qui si respira voglia di ricominciare, proporre, fare. Vedere i campi vuoti dà un senso di angoscia profonda. Sarà importante capire come i ragazzi hanno vissuto questi mesi. Siamo rimasti in contatto con una comunicazione mediata dalla freddezza di chat e messaggi. Cosa ci ha insegnato il Covid? Che evidentemente stare rinchiusi in se stessi non è così bello. Il mio timore, tuttavia, è che tra qualche mese avremo consegnato tutto ai libri di storia senza fare tesoro di questa esperienza. Viviamo in un mondo in cui va tutto troppo veloce. Mi auguro che le riflessioni di questi mesi possano proseguire e dare frutti".

 

Il Gso Rudiano, nel frattempo, non si ferma: "Guardiamo al futuro con entusiasmo, nella speranza di poter ampliare proposte e attività. Proseguiremo al fianco del Csi, perché è un'associazione che valorizza il potenziale degli oratori, rende lo sport quotidiano ed educativo, lo allinea ai tempi e alla vita delle comunità. Negli ultimi anni il comitato ha messo in atto un miglioramento incredibile, c'è qualità sotto tutti i punti di vista".