Mitria, dalla contrada dell'infanzia alla squadra dell'amicizia

“Eravamo io, mio fratello Andrea e il nostro amico Davide. Era il 2017. Ci ha sempre uniti la passione per il calcio e abbiamo deciso di fondare una squadra insieme. Mitria? È il nome della contrada di Nave dove siamo cresciuti, su quello non c'erano dubbi. Sui colori sociali, invece, avevamo opinioni diverse. Abbiamo estratto a sorte e sono venuti fuori il grigio e il rosso. Il mio verde è finito nel cestino”.

 

È da aneddoti come questo, intrisi di semplicità e impreziositi da un pizzico di magia che nascono innumerevoli storie di sport in provincia, magari lontane dai riflettori e dai palcoscenici più prestigiosi, ma autentiche e profondamente vissute.

 

A raccontarne una delle tante è Nicola Bianchi, presidente della Mitria, formazione che milita nel campionato di calcio a 7 del Csi Brescia. “Abbiamo radunato amici di Nave, Bovezzo e Caino, puntando subito ad amalgamare il gruppo, aspetto fondamentale in queste categorie. Per garantire un futuro ad ogni tipo di progetto serve amicizia e voglia di condividere bei momenti”.

 

La risposta è stata subito entusiasmante: “Abbiamo una rosa importante, con 18 giocatori e uno staff molto ampio. Gli impegni di tutti sono parecchi e le defezioni sono sempre sietro l'angolo, quindi nessuno finisce per sentirsi escluso e tutti riescono ad essere protagonisti grazie all'ottimo lavoro di mister Gianmarco Bertacchini, che è il vero perno della squadra”.

 

Alle spalle della Mitria ci sono anche fondamentali sponsor: “Ci sostengono Nuova Mebo, Apstef e Leader Sport. Il loro appoggio è decisivo perché io sono un presidente solamente operativo, anche se devo ammettere che la nostra è una realtà assolutamente democratica, dove si decide tutto insieme e le scelte sono condivise”.

 

Dal punto di vista sportivo Mitria ha messo in atto un percorso di crescita in questi anni. “Quinti all'esordio, poi quarti e quest'anno interrotti dal Covid-19 sul più bello, a -3 dalla prima della classe e con il rimpianto di una vittoria sfumata all'ultimo contro la capolista Lokomotiv nello scontro diretto. Pazienza, andremo a caccia della promozione in A l'anno prossimo”.

 

Anche perché sebbene arrivare più in alto possibile sia un obiettivo, le priorità sono altre: “Divertirci e stare insieme viene prima di tutto, diversamente non ci sarebbe quella passione necessaria per portare avanti un'attività sportiva amatoriale. La coesione nello spogliatoio, gli spiedi e le cene sono basilari. Questo mondo è così, e devo ammettere che nel calcio a 7 ho trovato davvero un grande coinvolgimento, che a 11 non ho respirato”.

 

Una passione che diventa tensione in partita: “I ragazzi mi prendono in giro perché vivo la partita con una certa agitazione. Ora del calcio mi manca tutto. Ci sentiamo su whatsapp e abbiamo fatto pure qualche sfida con i video, ma non è la stessa cosa. La condivisione del percorso stagionale, gli scherzi, le gioie e le difficoltà che ti fa vivere il calcio sono un'altra cosa”.

 

Testa alla ripresa dunque, anche se sembra lontana: Speriamo di poter tornare in campo a ottobre o novembre e di rivivere presto emozioni come quelle della partita più bella dell'anno, quella conto la Fc Bosnia. Venivamo da un periodo difficile e abbiamo sfoderato una prestazione super. Un messaggio ai miei giocatori? Che sono tutti speciali, ringrazio loro per la passione, l'impegno e l'amicizia che ci mettono, ma anche la Polisportiva Caino, che ci mette a disposizione le strutture per vivere queste belle esperienze”.