Centri estivi, le linee guida del Governo

Verso un ripristino del «diritto alla socialità ed al gioco» dei minori. Da lunedì 18 maggio sarà possibile svolgere attività all’aperto, in giardini o parchi, per bambini ed adolescenti, con la presenza di operatori. In estate, dal mese di giugno partiranno - si legge nelle Linee guida per a gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini ed adolescenti nella fase 2 - i centri estivi nelle scuole, negli oratori o altri ambienti similari. Così è scritto nel documento - stilato dal Dipartimento politiche per la famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri considerando gli orientamenti della Società italiana di pediatria sulle attività extra domestiche per soggetti in età evolutiva per la fase 2 durante l’emergenza SARS CoV 2, del Comitato tecnico-scientifico dell’Associazione nazionale comuni italiani ed integrato dalle raccomandazioni del Dipartimento della protezione civile, della Presidenza del Consiglio dei ministri. Fondamentali le prescrizioni e i dettagli che vanno dagli Standard per il rapporto numerico fra personale ed i bambini ed adolescenti, alle strategie generali per il distanziamento fisico, dai criteri di accessibilità e di selezione del personale e di formazione degli operatori, all’igiene e pulizia, ed al triage all’ingresso.

 

Centri estivi

Oratori o scuole o ludoteche ok. Basta che siano dotati di un «generoso spazio verde» che permetta «attività all’aperto e diverse da quelle che caratterizzano l’attività didattica durante il calendario scolastico». Prioritarie e da prediligere tutte quelle «attività ludiche» per passare la «giornata in modo disteso e piacevole». I progetti potranno essere realizzati dagli enti interessati, dai soggetti gestori da questi individuati, nonché da organizzazioni ed enti del Terzo Settore. Necessari spazi per le attività all’interno e all’esterno, servizi igienici, spazi per servizi generali e per il supporto alla preparazione e distribuzione di pasti.

 

Piccoli gruppi

Per mantenere il «distanziamento fisico è fondamentale l’organizzazione in piccoli gruppi» si legge nelle linee guida e di «diversi spazi» per lo svolgimento delle attività nell’ambito del territorio di riferimento. A tal fine è opportuno privilegiare il più possibile le attività in spazi aperti, anche se non in via esclusiva, e tenendo conto di adeguate zone d’ombra. In caso di attività in spazi chiusi, è raccomandata «l’aerazione abbondante dei locali»: tenere le finestre aperte per la maggior parte del tempo.

 

Accessibilità

Aspetto fondamentale è chi può accedere ai centri estivi? «Le condizioni di salute dei bambini devono essere considerate con l’aiuto del pediatra». Il progetto deve essere circoscritto a «sottofasce di età» per omogeneità: scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni), alla scuola primaria (dai 6 agli 11 anni) ed alla scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni). Visto il potenzialmente alto numero delle domande, si devono prevedere «criteri di priorità» per «assicurare il sostegno ai bisogni delle famiglie con maggiori difficoltà nella conciliazione fra cura e lavoro» (per esempio situazioni con entrambi i genitori lavoratori, nuclei familiari monoparentali, impossibilità di smart-working, condizioni di fragilità, ecc.). La graduatoria dovrà tenere conto anche dell’eventuale disabilità del minore e condizione di fragilità della famiglia. Chi organizza i centri estivi dovrà comunicare con un congruo anticipo i tempi e i modi dell’iscrizione.

 

Rapporto bambini-operatori

Il rapporto tra operatori e bambini (e adolescenti) fissato dal governo tiene in considerazione sia il grado di autonomia nelle attività comuni come il pasto o l’uso dei servizi igienici, sia la capacità dei minori di aderire alle misure di distanziamento sociale e prevenzione. Il rapporto minimo è così fissato: per i bambini in età di scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni), un rapporto di un adulto ogni 5 bambini; per i bambini in età di scuola primaria (dai 6 agli 11 anni), un rapporto di un adulto ogni 7; per gli adolescenti in età di scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni), un rapporto di un adulto ogni 10.

 

In & Out. Triage in entrata

Ingresso e rientro a casa dei bambini ed adolescenti dovrà svolgersi senza comportare assembramento. Per questo è opportuno «scaglionarne l’ingresso» ogni 5/10 minuti e organizzare «l’accoglienza all’esterno» per evitare che gli adulti accompagnatori entrino negli spazi dei centri estivi. Quando possibile, saranno opportunamente differenziati i punti di ingresso dai punti di uscita, con individuazione di percorsi obbligati. Minori e operatori devono lavarsi le mani con acqua e sapone o con gel igienizzante (da tenere fuori dalla portata dei bambini) prima in entrate e uscita. È prevista una vera e propria procedura di triage: chiedere ai genitori se il bambino o l’adolescente ha avuto la febbre, tosse, difficoltà respiratoria o è stato male a casa; dopo aver igienizzato le mani, verifica della temperatura corporea. Identica procedura all’entrata per gli operatori.

 

Selezione degli operatori

Oltre alla verifica dei requisiti di formazione, sarà necessario prevedere un certo numero di supplenti disponibili in caso di necessità. Tutto il personale, (professionale e volontario), deve essere formato sui temi della prevenzione dal Covid-19. Molto importante è anche che tutti gli operatori conoscano per tempo lo spazio in cui andranno ad operare per programmare in anticipo le attività. La stabilità dei gruppi e degli operatori è fondamentale per tracciare casi potenziali di contagio. Divieto per le attività che comprendano assembramenti di più persone, come le feste con i genitori.

 

Progetto educativo

Il gestore dei centro estivo deve garantire l’elaborazione di uno specifico progetto da sottoporre preventivamente all’approvazione del Comune. Il progetto dovrà specificare gli spazi utilizzati, il numero e l’età dei bambini, l’elenco del personale impiegato, il calendario di apertura e l’orario quotidiano e le modalità di accoglienza e uscita in considerazione delle norme anti Covid-19.

 

Disabili

Nella consapevolezza delle particolari difficoltà che le misure restrittive per contenere i contagi hanno comportato per bambini ed adolescenti con disabilità, e della necessità di includerli in una graduale ripresa della socialità, particolare attenzione e cura vanno rivolte alla definizione di modalità di attività e misure di sicurezza specifiche per coinvolgerli nelle attività estive. Nel caso di bambini ed adolescenti con disabilità il rapporto numerico andrebbe potenziato integrando la dotazione di operatori nel gruppo dove viene accolto il bambino o l’adolescente, anche favorendo il rapporto numerico 1 a 1.

 

Outdoor education

Le linee guida del governo si focalizzano anche sulla cosiddetta outdoor education definizione con cui si sottolinea non solo l’aspetto ricreativo, ma innanzitutto il legame fra l’esperienza dell’ambiente e della natura e lo sviluppo di importanti dimensioni dell’esperienza individuale. La realizzazione di attività all’aperto rappresenta peraltro un importante elemento di prevenzione sanitaria.