La Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace ai tempi del Coronavirus

Lo sport come strumento di pace e come legame tra i popoli. La Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace, indetta per il 6 aprile dalle Nazioni Unite, cade quest’anno nel pieno della pandemia da coronavirus. E così, la ricorrenza proclamata nel 2013 dall’Assemblea Generale dell’ONU proprio nel giorno in cui, nel 1896 ad Atene, grazie al contributo di Pierre de Coubertin, nascevano i primi Giochi Olimpici dell’era moderna, assume un particolare significato in questo 2020 che ha visto lo stop dello sport mondiale e lo storico rinvio al 2021 delle Olimpiadi di Tokyo.

Nel corso dell’Angelus di domenica lo stesso Papa Francesco ha sottolineato l’importanza dello sport soprattutto nella situazione di emergenza che il mondo sta vivendo. “Il 6 aprile ricorre la Giornata Mondiale dello Sport per la Pace e lo Sviluppo, indetta dalle Nazioni Unite – ha ricordato il Pontefice -. In questo periodo, tante manifestazioni sono sospese, ma vengono fuori i frutti migliori dello sport: la resistenza, lo spirito di squadra, la fratellanza, il dare il meglio di sé. Dunque, rilanciamo lo sport per la pace e lo sviluppo”. Un’attenzione e un legame con il mondo sportivo che il Papa ha rinnovato anche ieri, in occasione di un’insolita Domenica delle Palme che cade in un momento così difficile per la popolazione italiana e mondiale.

 

“Le parole di Papa Francesco riempiono di orgoglio e di gioia lo sport e gli sportivi tutti – ha evidenziato il Presidente del CONI, Giovanni Malagò – . Per il nostro mondo sono un segnale di grande vicinanza che, per la verità, Sua Santità non ci ha mai fatto mancare, ma che oggi, in un periodo così particolarmente delicato e difficile per tutti noi, risuona con maggiore eclatanza e rispettosa gratitudine. Oggi per il mondo olimpico è un giorno di festa. E’ il giorno in cui si celebra ad ogni latitudine ‘la Giornata mondiale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace’. Viene festeggiata il 6 aprile perché ha una ricorrenza storica. Il 6 aprile 1896 presero il via ad Atene i primi Giochi Olimpici dell’era moderna. Il 6 aprile è la nostra festa, la festa dello sport. Io so che in queste ore il CIO, con il presidente Thomas Bach in testa, e l’intero movimento olimpico si stanno unendo allo sforzo globale per incoraggiare tutti a essere attivi e rimanere in salute in un momento in cui il mondo sta combattendo una crisi sanitaria senza precedenti chiedendo alle popolazioni di rimanere a casa per contenere la diffusione del COVID-19. Per questo le parole del Santo Padre rappresentano una simbolica benedizione verso la grande famiglia dello sport che anche da questo messaggio dovrà trarre quella forza d’animo necessaria ad affrontare e a superare le difficoltà di questi giorni attraverso appunto quelle caratteristiche che – come ha ricordato il Santo Padre – sono insite nella natura dei veri sportivi: resistenza, spirito di squadra e fratellanza. Soltanto se saremo uniti, potremo vincere questa battaglia. Grazie Papa Francesco per questo appello che il mondo dello sport non potrà esimersi dall’osservare con scrupolosa dedizione”.

Il messaggio lanciato dall’ONU in occasione dell’edizione 2020 della Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace è “restiamo attivi e sani per porre fine alla pandemia #COVID19”. Quest’anno la Giornata dunque si concentrerà non soltanto sui benefici dello sport per la salute, ma anche sulla sua capacità di unire le persone. Anche al tempo del distanziamento sociale, con atleti, tecnici e istruttori che stanno giocando insieme la partita della solidarietà e che, con il loro esempio, aiutano i propri tifosi e gli appassionati a trascorrere queste giornate di isolamento, rimanendo in forma e offrendo loro un’opportunità di svago. Distanti, ma uniti. Al di là di qualsiasi muro o confine.