Sport come libertà e relazione. La Veglia con il Vescovo diventa una grande festa

“Il senso di questo incontro è quello di trovare la dimensione umana integrale dentro l’esperienza dello sport. Lo sport è prezioso perché è un’esperienza nella quale la persona si esprime liberamente, ma allo stesso tempo è una grande scuola di relazione con gli altri”.

Il Vescovo di Brescia Luciano Monari ha accolto con queste parole gli sportivi di ogni età che si sono radunati venerdì scorso al Palasport di Travagliato in occasione della tradizionale Veglia degli Sportivi organizzata dalla Diocesi di Brescia sul filo conduttore del discorso fatto da Papa Francesco ai calciatori di Italia e Argentina la scorsa estate. Bellezza, gratuità e cameratismo i capisaldi indicati dal Pontefice che hanno fatto da filo conduttore della serata.

Monsignor Claudio Paganini ha indossato i panni del giornalista per stimolare le testimonianze dell’ex rondinella Davide Possanzini (oggi allenatore delle giovanili biancoblù) e del capitano del Brescia femminile Elisa Zizioli. Spazio anche a una bambina: Ilaria dello Shotokan Karatè. Tra un’intervista e l’altra le splendide esibizioni degli allievi della società di ginnastica artistica Estate 83, dei ballerini di hip hop dell’Officina del movimento e dello Shotokan Karatè.

Non poteva mancare il Csi Brescia, con la presidente Amelia Morgano che ha sottolineato l’importanza delle radici oratoriane dell’associazione e di una concezione di sport imbastita sui valori dell’educazione. La massima dirigente ciessina ha premiato l’Asd San Giacomo come società modello per aver “fortemente creduto nello sport come strumento di crescita ideale per le nuove generazioni in una struttura – quella dell’oratorio di via Denari - che non è rimasta chiusa in se stessa, ma che ha aperto le porte a squadre e società esterne diventando un autentico cuore sportivo pulsante dell’Ovest bresciano”.

La Veglia degli Sportivi è stata l’occasione ideale per un riconoscimento a don Flavio Raineri, da anni al servizio del Csi Brescia e prossimo all’approdo nella parrocchia di Trenzano dopo gli anni otto travagliatesi in cui ha lasciato una traccia indelebile.